Articolo pubblicato da Comunicaffè.
L’amministratore delegato: “Come si può prediligere un vino da tavola a costo inferiore per il consumo quotidiano e aprire una bottiglia più pregiata nelle occasioni speciali, così si può fare anche con il caffè. Inoltre, non credo che si debba per forza ricorrere alle monorigini per bere un caffè di qualità, noi italiani siamo esperti di miscelazione.”
Amigos Caffè, storica torrefazione triestina che abbiamo imparato a conoscere in queste pagine, a partire dall’ultimo successo registrato allo stand di Triestespresso Expo, è una realtà che non ha ancora esaurito la voglia di innovarsi attraverso il racconto del chicco di qualità: ne abbiamo parlato con l’amministratore delegato, Arianna Mingardi.
Dagli anni ottanta a quelli 2000, una pandemia di mezzo, la guerra e l’inflazione: Amigos Caffè com’è rimasto competitivo su questo mercato anche nelle difficoltà?
“Siamo abituati ad affrontare gli imprevisti con forza ed energia, quella che ci arriva assaggiando ogni giorno il nostro caffè – afferma Arianna Mingardi – Il periodo del lockdown è stato una sfida e possiamo dire di averla superata soprattutto grazie ai nostri clienti extra europei che hanno subito meno restrizioni rispetto a quelli europei e con cui siamo quindi riusciti a mantenere una costanza delle vendite. Con l’arrivo della pandemia abbiamo inoltre deciso di concentrarci su progetti in sospeso, tra cui: il rinnovo del nostro sito web ed e-commerce.
Nonostante la maggior parte del nostro fatturato derivi dall’Horeca, il fatto di avere un canale di vendita online ci ha permesso di entrare nelle case dei consumatori europei in un periodo in cui il consumo di caffè era prettamente domestico.
Il contesto attuale è ancora più difficile da superare. Dall’estate del 2021 abbiamo assistito a un aumento dei prezzi a 360 gradi: i rincari sui trasporti, la logistica, le materie prime per gli imballaggi e ora l’aumento dei costi dell’energia elettrica e del gas. Insomma, la situazione è diventata drammatica.
Come cerchiamo di superarla? Tentando di andare incontro al mercato e di contenere la diminuzione delle vendite. Gli aumenti sono stati applicati da parte di tutti, chi ha deciso di farlo in un colpo solo e chi, come noi, lo ha fatto in più riprese. Nel nostro shop online abbiamo deciso di non ritoccare alcun prezzo ma, in generale, seppur con estrema difficoltà, abbiamo scelto di non ricorrere ad un aumento eccessivo facendo in modo di assorbire il più possibile i costi che affrontiamo. Ciò che un po’ ci dà forza è pensare che siamo tutti nella stessa situazione, anche al di fuori del settore del caffè.
Spesso durante le nostre riunioni aziendali parliamo della chiusura dei contratti di acquisto del prossimo anno. Siamo tutti un po’ fermi tra marzo-giugno: nessuno se la sente di concludere con questi importi e differenziali. I costi per l’importazione di caffè crudo sono raddoppiati, se non triplicati.
Credo che dovremo attendere l’estate 2023 per cominciare a parlare di normalità. Lavoro in azienda dal 1991, ho sempre osservato mio padre lavorare con le materie prime e confrontarsi con i crudisti sulle fasi cicliche dei prezzi: semplificando, solitamente a due anni di prezzi più bassi si alternavano due anni con prezzi più alti. Capitava che a fronte del prezzo alto della Borsa a quotazione pura di crudo, corrispondessero dei differenziali e costi di trasporto più bassi. Questo permetteva di gestire i due anni successivi utilizzando i differenziali o chiudendo a prezzo fisso.
Ora però la situazione è diversa perché ad un prezzo del crudo più alto si affiancano noli altissimi e quindi differenziali alti. Con queste cifre e prospettive, non è semplice per un’azienda pensare di programmare gli acquisti fino al 2024: come si fa ad acquistare in grandi quantità con il rischio di non essere concorrenziali sul mercato? In conclusione, siamo tutti in attesa di arrivare a fine anno.
Il nostro obiettivo è cercare di mantenere le vendite e i clienti piuttosto che i risultati di bilancio.”
La vostra offerta si concentra sulle miscele, eppure a TriesteEspresso Expo avete proposto delle monorigini particolari: ci parlate di questa scelta e di come hanno reagito i consumatori?
“Questa scelta nasce dall’intento di nobilitare il caffè promuovendolo come bevanda da assaggiare con cura e attenzione. Quando purtroppo mio padre, il fondatore dell’azienda, è venuto improvvisamente a mancare nel 2014, abbiamo deciso di metterci al lavoro per realizzare una miscela che lo omaggiasse. Da questa volontà è nato un progetto molto importante che ha dato vita a Il Mingardi S, il nostro caffè riserva che ha fatto da apripista ad una nuova offerta di prodotti Amigos Caffè.
Nonostante la nostra azienda fosse inizialmente conosciuta per le sue miscele economiche, il forte consenso e interesse che ci è arrivato con Il Mingardi S ci ha fatto comprendere che potevamo presentare al nostro mercato anche caffè di nicchia e di conseguenza con prezzi più alti. Questa sfida è proseguita con la realizzazione del 7 Origini 100% Arabica, del restyling dei nostri packaging e quindi anche del nostro sito istituzionale e dell’e-commerce.
In merito alla fiera, l’idea di portare in degustazione i tre caffè più rari al mondo (Kopi Luwak Certified Wild, Colombia Barrique Rum Fermentation e Brazil Jacu Bird Coffee) è venuta a mio marito Claudio a cui poi si è aggiunta mia figlia Gloria che ha consigliato di accompagnare i momenti di assaggio con un racconto sulla provenienza e le peculiarità di queste monorigini.
Ancora oggi ricordo con gioia le persone che sono venute a trovarci allo stand: in molti ci hanno detto che forse questa è stata l’edizione più bella che abbiamo organizzato. Abbiamo allestito uno spazio luminoso e fresco accompagnato dalla presenza dei nostri ragazzi vestiti in modo giovanile e colorato. Questo colore mancava da due anni.
Inoltre, ciò che mi ha piacevolmente stupito è stata la presenza degli addetti degli altri stand alle degustazioni: è stato bellissimo perché non ho mai amato la concorrenza, ma la collaborazione.”
Ma sfatiamo il mito che contrappone specialty e caffè commerciali?
“In questi ultimi anni se n’è discusso tanto. Io personalmente credo che ognuno abbia il diritto di scegliere il caffè a seconda del proprio gusto personale. Il fatto che ci siano persone che acquistano prodotti più economici, soprattutto dato il periodo, non significa che scelgano di bere una bevanda di scarsa qualità.
I primi anni Amigos Caffè offriva tre miscele di differenti fasce di prezzo, ad oggi ne vendiamo dieci e presto uscirà l’undicesima. Siamo riusciti a crescere perché siamo stati in grado di intercettare le richieste dei mercati che cambiano e hanno determinate esigenze, così come in Italia anche all’estero. Scegliere una tazzina più economica non vuol dire per forza scegliere un prodotto di scarsa qualità. Dipende dal prodotto, dalle origini che si selezionano per realizzarla.
Come si può prediligere un vino da tavola a costo inferiore per il consumo quotidiano e aprire una bottiglia più pregiata nelle occasioni speciali, così si può fare anche con il caffè. Inoltre, non credo che si debba per forza ricorrere alle monorigini per bere un caffè di qualità, noi italiani siamo esperti di miscelazione.
Nel momento in cui si valutano i caffè, bisogna poi sempre mettere a confronto la stessa composizione e varietà botanica per fare una reale valutazione qualitativa.”
Come vi state evolvendo sul piano della sostenibilità sociale ed ambientale?
“Da diversi anni abbiamo in azienda due macchinari che ci permettono di produrre dei bricchetti con la pula che poi consegniamo come semilavorato ad un’azienda che produce biogas nella nostra Regione, il Friuli-Venezia Giulia. Insomma, il riciclaggio della silverskin non è una novità per Amigos Caffè.
Per quanto riguarda l’imballaggio, la normativa europea ci richiede entro il 2025/2030 di confezionare il nostro caffè solo in packaging completamente riciclabili. Ci stiamo muovendo con calma in questa direzione perché vogliamo assicurare la corretta conservazione dei nostri prodotti, verificare che il contenuto non subisca delle alterazioni sul lungo termine e capire se la qualità rimane costante in tutti i 24 mesi. Alla fine del 2022 finiranno i due anni di sperimentazione e potremo trarre le nostre conclusioni.
Purtroppo per diverse ragioni non abbiamo potuto installare i pannelli solari sui nostri due capannoni, ma stiamo valutando i gruppi di acquisto o addirittura l’affitto dei nostri tetti a imprese che producono energia rinnovabile. Abbiamo già iniziato anche a sostituire il nostro parco macchine acquistando solo modelli elettrici.
Il tema della sostenibilità ci sta seriamente a cuore, forse perché siamo un’azienda con una forte maggioranza di donne, di cui tre sono madri. Ci rendiamo conto che dobbiamo essere portatrici di innovazione ambientale per lasciare alle nuove generazioni un pianeta in cui poter vivere bene.
A tal proposito, a breve sul nostro sito inseriremo una pagina dedicata alle modalità corrette di riciclo e smaltimento dei nostri prodotti a seconda delle disposizioni del Comune in cui si abita. Ci teniamo a sensibilizzare il più possibile i nostri clienti.
Infine, il capitolo capsule. Le abbiamo dovute inserire nella nostra offerta prodotto per adeguarci alle esigenze del mercato ma onestamente preferisco di gran lunga la cialda, che è biodegradabile, o la tradizionale moka. Forse la capsula all’estero ha aiutato a comprendere come si beve una bevanda simile all’espresso, ma non è assolutamente una scelta sostenibile se si parla di impatto ambientale. Di recente ci si sta muovendo per trovare delle soluzioni compostabili, ma quelle che ho avuto modo di provare fino ad oggi alterano troppo il gusto dell’espresso.”
Verso quali nuovi mercati vi vorreste espandere e dove attualmente siete più forti?
“Attualmente i mercati di riferimento per Amigos Caffè, che esporta il 94% della sua produzione, sono il Centro Europa e l’Est Europa, i Paesi del Nord Europa e alcuni paesi del Nord Africa. Stiamo valutando però gli Emirati Arabi: qui abbiamo aperto da poco un Ufficio di Rappresentanza per la ricerca di nuovi acquirenti. Infine, vorremmo rientrare anche negli Stati Uniti, dopo che un nostro cliente ha dovuto chiudere l’attività durante la pandemia.”
Quindi cosa c’è nel futuro di Amigos Caffè?
“Prossimamente ci saranno tre piccole novità che proporremo a Natale, vi invitiamo a seguire i nostri social per scoprirle. Nel 2023 arriverà invece una nuova proposta che riguarderà il brand Il Mingardi S. E poi, nel futuro della torrefazione, ci sono naturalmente le mie due figlie: credo molto nelle nuove generazioni, portano in azienda sempre forti stimoli e molta innovazione.”